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Per dire “Basta” alla violenza sulle donne

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Cosa può fare la scuola contro il fenomeno della violenza sulle donne? La scuola può fare molto affinché questo fenomeno, purtroppo in aumento, possa essere combattuto. Portare avanti progetti che mirano ad abbattere gli stereotipi legati ai generi promuovendo la cultura del rispetto nelle relazioni tra uomini e donne con l’obiettivo di promuovere la prevenzione contro il fenomeno della violenza è il primo passo indispensabile della lotta contro questo male diffuso. Ed è per questo che all’ITI Cannizzaro di Catania, diretto dalla prof. Giuseppina Montella, è ricominciato il 3 Ottobre il laboratorio del Progetto “Keep calm and no intimate violence”, organizzato dalla prof. Giusy Ferlito, in collaborazione con il centro antiviolenza Thamaia per sensibilizzare studenti, genitori e docenti alle tematiche della violenza nelle relazioni intime e familiari. Il percorso, avviato già lo scorso anno con la somministrazione di un questionario di indagine da parte degli operatori a studenti, docenti e genitori, proseguirà nei prossimi giorni con incontri e laboratori che si terranno nei locali dell’Istituto Cannizzaro, rivolti a 40 studenti e studentesse. Si affronteranno argomenti sulle dinamiche violente all’interno dei rapporti di coppia che, oggi più che mai, sono all’ordine del giorno e in continua crescita, una violenza che coinvolge non soltanto la parte fisica della persona,che è quella più evidente, ma molto spesso anche quella psicologica, e che sfocia il più delle volte in fenomeni di stalking e abusi on line. Ed è per questo che gli incontri prevedono, oltre la partecipazione della dott.ssa Bosco dell’Associazione Thamaia, anche l’intervento del dott. Marcello La Bella della Polizia Postale e di altri componenti delle Forze dell’Ordine di Catania. -Bisogna proseguire su questa strada- ha dichiarato la prof.ssa Ferlito – non possiamo non intervenire per prevenire. Gli adolescenti che hanno assistito alla violenza contro le loro madri dentro le mura della famiglia, diventano più aggressivi e disattenti, ma non raccontano agli adulti i loro problemi e non chiedono aiuto nelle difficoltà. E la scuola deve essere un osservatore attento, poiché questi ragazzi tenderanno spesso a replicare quanto hanno visto fare nelle loro case-. Per riuscire a scardinare questo “muro” che ostacola la vita di molte famiglie, quindi, la scuola è chiamata ancora una volta a farsi carico di un compito fondamentale non solo per crescita dei nostri figli, ma per il bene e la salute di un’intera società, sempre più disorientata e confusa.

Lucia Andreano (Ufficio Stampa e comunicazione ITI Cannizzaro Catania)

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